La contestualizzazione dei problemi
Nessuno ne è esente, a seconda dell'età e del contesto socio-culturale...
di Katiuscia Cutillo, (aggiornato il 23/01/2021)
...perché la vita è costruita da un susseguirsi di problemi da risolvere. L'infanzia, insieme alla prima adolscenza, possono definirsi il periodo della cosiddetta "spensieratezza".
Quante volte ad ognuno di noi, all'affermazione: "non vedo l'ora di diventare grande", è stato risposto: "spera di restare bambino più che puoi e goditi questa età. Da grandi bisogna solo affrontare problemi"?
È innegabile che con l'adolescenza saremo stati afflitto dall'accettazione fisica di sé stessi e il cambiamento che il corpo subiva di giorno in giorno, dallo spuntare della prima peluria per i maschietti alla crescita dei seni per le femminucce. Da quel momento in poi è un continuo susseguirsi di piccoli "problemi" che, nel bene o nel male, affliggono la nostra crescita.
Forse soltanto con l'affermarsi di un'identità psico-sessuale (che non tutti riescono a trovare) e, quindi, avendo più consapevolezza della propria persona, la sfera dei cosiddetti problemi si rivolge verso una sponda diversa.
Il confronto delle proprie capacità ed esperienze, rispetto a quelle degli altri, ci induce ad osservare come l'esistenza dei problemi prenda rilevanza in quella che potremmo definire un'età matura a seconda delle difficoltà affrontate fino a quel momento.
Mettendo a confronto due soggetti della stessa età, della stessa area geografica, ma di contesti sociali diversi, questi dimostreranno senza ombra di dubbio entità di problemi di natura diversa, se pur rapportati alla fascia di età. E per entrambi risulteranno gravi allo stesso modo, anche se all'occhio di un terzo sarebbero molto meno rilevanti.
La gravità di un problema nell'assoluto come può essere misurata? Sicuramente in base all'età. Ma forse il concetto di "età" in senso letterale non è corretto. Si dovrebbe parlare più di "maturità" o di "esperienza maturata". Un bambino di 8 anni di ceto sociale medio-alto italiano (o europeo, se vogliamo globalizzare) non ha gli stessi problemi di un suo coetaneo africano, che possono essere paragonati ai problemi di un europeo adulto.
Concentrandosi sulla parola problema qual è a questo punto, secondo voi, il reale problema che affligge la generazione di giovani che va tra i 18 e i 25 anni? Lascio spazio alle vostre riflessioni...
del 14/12/2010
vorrei diventare amico tuo
del 23/11/2010
L'accettazione sociale è un altro problema... anche se non è stato menzionato! :-)
del 22/11/2010
l'accettazione sociale?