La scuola e l'informatica: un'accoppiata vincente

Dai vecchi laboratori, alle LIM, ai registri elettronici

di Armando Pagliara, (aggiornato il 23/01/2021)

La didattica è quella parte della pedagogia che ha per oggetto l'insegnamento e i relativi metodi.

Per secoli è rimasta immutata e (ancora oggi) ogni "classe" è costituita da un insegnante in cattedra che, mediante l'utilizzo di lavagna e libri di testo, spiega agli alunni la "lezione del giorno", presa da una programmazione didattica che si consegna all'inizio dell'anno scolastico e che, in genere, porta al compimento di un percorso.

Questo metodo classico, chiamato "lezione frontale", ha subìto una profonda mutazione negli ultimi anni, grazie all'introduzione di strumenti tecnologici, soprattutto strumenti informatici, che non solo permettono di lavorare in modo più pratico e vicino alla realtà (in modo da fornire agli studenti le giuste competenze in uscita), ma addirittura di facilitare l'apprendimento agli studenti ai quali è stato diagnosticato qualche disturbo dell'apprendimento (DSA - disturbi specifici dell'apprendimento).

Cosa cambia rispetto alle lezioni frontali? Tralasciando le materie di stampo scientifico o tecnologico, per le quali è intuitivo comprendere l’utilizzo di strumenti tecnologici (basti pensare al laboratorio di chimica, fisica, informatica o alla palestra per l’educazione motoria) proviamo a porre l’accento su materie diverse, di risvolto molto meno pratico, per le quali lo studio è sempre stato “noioso”: prendiamo ad esempio storia e geografia.

Lo stampo della lezione frontale era quello classico: dalla cattedra l’insegnante chiede di “aprire il libro a pagina 85”, chiedendo ad un alunno di leggere il capitolo sulla Regione Campania. Dunque partono una marea di parole che ne descrivono le province, lo stato montuoso, pianeggiante, i vulcani, fiumi, laghi e la storia economica della regione, mentre una parte della classe chiede di uscire, altri bisbigliano o sbadigliano.

A questo punto voltiamo pagina: se in classe c’è una LIM (Lavagna Interattiva Multimediale, di cui è dotata quasi ogni scuola), direttamente connessa ad un PC, abbiamo a disposizione una connessione Internet. Dunque, proviamo a rileggere la pagina di geografia avanti ad una schermata di Google Maps, con visione dal satellite della regione e possibilità di vedere le mappe in 3D, delle catene montuose, con fiumi e laghi facilmente individuabili, le provincie delimitate dalle aree tratteggiate. Quindi comincia la carrellata di monti e vulcani: ecco che si può fare un giro virtuale sul Vesuvio (come si vede dall’immagine), con tanto di comuni circostanti.

Poi uno studente chiede quali sono i comuni confinanti con il suo: ecco che subito ci si sposta, ad esempio, su Fisciano e subito risalta sulla mappa la dimensione del campus universitario, davvero sconfinato, che dà sfogo alla fantasia degli studenti, iniziando a fantasticare sul loro futuro.

Ovviamente, il culmine di questa lezione verrà annotata sul registro elettronico, un utilissimo strumento (al quale sarà dedicato un approfondimento in futuro) rispetto al classico registro cartaceo.

Questo era un piccolo esempio sulle infinite applicazioni dell’informatica nella didattica.

Articolo originale su MyInformando.it